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Il pipistrello cosmico nel cielo sopra Santiago del Cile

di Gigi Donelli

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03 marzo 2010
Il pipistrello cosmico


A 1470 anni luce dal nostro pianeta, un gigantesco pipistrello distende le sue ali nello spazio. A catturarlo ci ha pensato il grande telescopio europeo dell'Eso, cresciuto sul crinale andino, a oltre 2200 metri di quota e 600km. di distanza da Santiago. Per trovarlo, l'osservatorio cileno di La Silla - dove il terremoto che ha devastato la costa è stato avvertito con magnitudo 5.5 ma non ha provocato danni - ha esplorato l'area della nebulosa NGC 1788 regalando un'immagine inedita di questa parte del cosmo.

Una culla di molti soli
Sebbene questa nube evanescente sia piuttosto isolata dalle stelle più brillanti di Orione, i loro potenti venti e la loro luce hanno avuto un forte impatto sulla nebulosa, determinandone la forma e rendendola la culla di una grande moltitudine di soli appena nati. Agli osservatori di tutti il mondo è familiare il profilo inconfondibile della costellazione di Orione, "il cacciatore". Pochi però conoscono la nebulosa NGC 1788, un tesoro tenue e nascosto, distante appena qualche grado dalle stelle della cintura di Orione.

L'osservatorio ESO
Luce diffusa e bozzoli cosmici
NGC 1788 è una nebulosa a riflessione, nella quale il gas e la polvere cosmica diffondono la luce proveniente da un piccolo agglomerato di giovani stelle, in un modo tale da foggiare la tenue incandescenza nell'immagine di un gigantesco pipistrello che distende le ali. Poche delle stelle che illuminano la nebulosa sono visibili in questa immagine, la maggior parte di esse infatti sono oscurate dai bozzoli di polvere cosmica che la circondano. La più prominente tra esse, denominata HD 293815, può essere distinta perché appare come la stella più luminosa nella parte superiore della nube, appena sopra il centro dell'immagine e la pronunciata linea scura che si estende attraverso la nebulosa.

Cielo notturno a PanalTra le stelle neonate
Tutte le stelle della regione sono estremamente giovani con una età media di solo un milione di anni, un battito di ciglia paragonato all'età del nostro Sole, 4,5 miliardi di anni. Analizzandole nel dettaglio gli astronomi hanno scoperto che questo nido di stelle si può dividere in tre classi ben distinte: quelle un po' più vecchie situate sul lato sinistro del bordo rosso; quelle relativamente giovani nella parte di destra della nebulosa che, creando un piccolo agglomerato racchiuso nella nebulosa, la illuminano; e, infine, le stelle veramente giovani, ancora profondamente inserite nel loro "bozzolo polveroso", un po' più sulla destra. Sebbene nessuna di queste ultime sia visibile nell'immagine perché oscurate dalla polvere, ne sono state rivelate a dozzine per merito di osservazioni a lunghezze d'onda infrarosse e millimetriche.

03 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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